Reportino del Motorally di Pioraco

anzi, mezzo reportino

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. teamoverforty-8
     
    .

    User deleted



    Eh sì, dico mezzo reportino perché, ahimè, mi sono dovuto accontentare di mezza gara.
    Ma andiamo per ordine.
    Due settimane fa, come molti sanno, avevo polemicamente deciso di disertare la seconda gara di Montepulciano, dove a inizio luglio erano state organizzate due gare del Campionato Italiano Motorally.
    Avevo disputato solo quella del sabato e, visto che il percorso era assolutamente indegno per un Campionato Italiano (molto asfalto e strade bianche, pochi chilometri e prove speciali corte) me ne ero andato dalla terra toscana nonostante avessi già pagato la gara della giornata successiva e l'albergo: non mi andava di ripetere l'esperienza del sabato.
    Poi mi hanno detto che la gara era "leggermente" meglio del giorno precedente.
    Quindi, a conti fatti, non avevo perso niente.
    Ho ricevuto una valanga di critiche sulla decisione che ho preso.
    Io però corro per divertirmi, e quindi, se ciò non mi soddisfa, smetto.
    Perchè dovrei farlo? Non sono un professionista.
    Comunque è giusto che ognuno abbia la propria opinione.
    Ero quindi un po' incerto sul partecipare o meno ad altre gare.
    Poi però in molti hanno giurato che questa di Pioraco (ho scoperto che si pronuncia Piòraco e non Pioràco) sarebbe stata una gara vera, con pezzi tosti e poca tregua di strade bianche.
    E c'era da crederci perchè in zona vengono organizzate parecchie gare di enduro vero...
    Quindi sabato mattina parto alla volta delle Marche.
    Che strada suggerisce il navigatore? Ovviamente Milano, Bologna, Ancona, statale, ecc...
    Il 15 luglio?
    Uhm..., nàààà
    Meglio non fidarsi.
    Ecco che allora parto prestino, alle 7 (bastava arrivare giù entro le 19:00 per le verifiche), e mi avvio.
    Subito, pàm, un quarto d'ora fermo a Fidenza.
    Mannaggia mannaggia direbbe Guido Meda.
    E vabbè, abbiamo tempo... e poi non ci sono alternative.
    Isoradio suggerisce che, a causa di code all'imbocco della A14, è meglio uscire a Bologna e prendere la Tangenziale.
    Ma siete matti? Lo sanno tutti che, quando c'è casino, il punto più incasinato è la Tangenziale di Bologna :rolleyes:
    E quindi opto per Firenze, Perugia.
    Sì, la allungo, ma almeno arrivo.
    Ok, ma Bologna devi passarla però.
    Un'ora e un quarto in coda.
    Amen, ho tempo.
    Poi il viaggio è scorrevole e alla fine, alle 13:30 sono a Pioraco.
    Ahia ahia ahia.
    Mi guardo intorno e non vedo colline, ma pareti belle dritte e gole alte.
    Ahia ahia ahia.
    Missà tanto che avevano ragione: sarà una gara tosta.
    Già Foligno non avevano scherzato niente, ma alla fine era stata molto bella.
    E qui? Boh, speriamo... Cosa? Non so, speriamo e basta :lol:
    Piazzo tutto nel Paddock, il Paddock A, quello dei figaccioni :lol: :lol: , eh sì, perchè sono con l'Old Farm Racing :P
    Ma c'è pochissima gente!
    Beh, l'importante è esserci.
    Ma non meno importante è mangiare: ci sarà qualcosa qui in paese (n.d.r. 800 anime)?
    Cerrrto, al mio arrivo incontro Alvise Sinigaglia, anche lui del +40, ma soprattutto avvistatore di ristorante: "Otto, ciao, già mangiato?"
    "No, ma dove si và?"
    "Qui: ho già il posto, vieni?"
    "Ok, dammi il tempo di piazzare il bolide (il mio kappone) e arrivo"
    Dieci minuti e siamo seduti a tavola.
    Dalla cucina giungono odori e sapori di funghi e altre leccornie "Beh, si comincia bene così"
    Una ragazza magrissima (ma quanto era magra?) ci chiede se siamo del Team:
    "Dell'Overforty (già siamo famosi anche qui?)?" faccio io.
    Lei "Sì insomma, quelli delle moto".
    "Ok, sì sì, non so che team intendi, ma l'importante è avere posto per mangiare, anche perché... di qui non ce ne andiamo (erano già le due) ah ah ah"
    E ci porta un menù ricchissimo da 1.000 Kcalorie a piatto.
    Stiamo contenuti, ma ci facciamo una mangiata...!
    Nel frattempo si aggregano altri e così si procede, stuzzicando qui e là...
    Poi qualcuno dice "Non è che ci si deve iscrivere?"
    "Ma và, c'è tempo, prendi un altro bicchiere di vino..."
    Alla fine ci siamo poi iscritti e nel frattempo i paddock si riempivano.
    Arrivavano facce sconvolte da ore di coda sulla Bologna-Ancona, ma alla fine erano tutti lì.
    Io alle cinque avevo tutto a posto: moto verificata, orologio digitale nuovo nuovo già montato, chilometro fatto, trip a posto, fettucciato ispezionato a piedi... insomma tutto ok.
    Sì, perchè io arrivo alle gare con la moto a posto!
    Non come qualcuno di mia conoscenza (non faccio il nome, ma il cognome è Motta), che arriva e deve ancora sostituire tutto l'impianto di scarico dell'Aprilia, verificare se funziona il porta-road book, montare un parafango, ecc...
    Insomma, eravamo tutti pronti per la cena, mentre il gazebo dell'Overforty aveva il mio K bello lucido, pronto, e un'Aprilia letteralmente a pezzi, con una marea di scatole, utensili, pezzi sparsi, viti... un vero bordello!
    Siccome non sono capace di farmi gli affari miei, porto lì Giglioli (che collabora all'Assistenza dell'Old Farm) e gli chiedo: "E se la tua officina fosse così?". "---" è' rimasto senza parole :huh:
    Nel frattempo il paese si era attrezzato per darci un'accoglienza al meglio: orchestra con musica danzante (ok era liscio, ma faceva molta allegria) e un ristorante improvvisato sotto un tendone con piadine, primi, affettati e ottimo vino.
    Beh, a questo punto che si fa? Si va a mangiare no?
    Intanto era scesa la sera, e con essa un'umidità pericolosa che ha fatto venire il mal di gola a più di un partecipante.
    Ciò nonostante il Giglioli era lì in canotta (arriveranno le foto, non vi preoccupate).
    Si decide quindi di andare a nanna, anche perché la giornata successiva sarebbe stata bella tosta: c'era chi parlava di mulattiere impestate (anche al briefing l'avevano detto), di discese tostine (oddio, le discese no!), di tratti stretti larghezza manubrio (ma sono pazzi :cry: ?).
    Beh dormiamoci sopra.
    Io ho l'albergo a Camerino, a 10 minuti da Pioraco e a questo punto...
    ... a questo punto passo alla prossima puntata (adesso non ho tempo)

    :)




     
    Top
    .
  2. teamoverforty-8
     
    .

    User deleted


    Arrivo a Camerino. Bel paese, arroccato, come usa qui, su di una collina, con ampie vedute e splendidi panorami.
    Ho l'albergo in centro, anzi centrissimo (non lo sapevo: avevo prenotato, come al solito, un po' a caso) e subito mi vengono

    dubbi sulla possibilità di trovare parcheggio.
    Infatti, non solo era in centro, ma nello stesso luogo si disputava una gara podistica che durava tutto il giorno e la notte!
    Al di là della curiosità di vedere questi matti, giovani e anziani, che correvano su e giù per il paese tutto il giorno, le

    strade erano, ovviamente, tutte chiuse.
    Riesco comunque a raggiungere il sito e parcheggiare: colpo di fortuna, che ogni tanto non guasta.
    Dormito bene, abbastanza fresco. E intanto tutta la notte un rumore inquietante "cic, ciac, cip, ciap, cippete, cioppete..."

    era il rumore delle scarper dei podisti giù di sotto: una cosa curiosa per me che sono più abituato al metrò (esterno) sotto

    casa e alle harley che passano smarmittate giorno e notte.
    Non resisto e mi affaccio alla finestra: scorgo decine di baldi giovani e anche di anzianotti, che si danno battaglia, ma

    apparentemente solidali l'uno con l'altro.
    Mattino: è ora di gara.
    Come al solito punto la sveglia un'ora e mezza prima degli altri: conoscendomi, preferisco così.
    Raggiungo Pioraco che molti stanno ancora dormendo. Io ho già addosso i pantaloni da gara: mi preparo psicologicamente al

    grande evento.
    E' sbagliato arrivare troppo presto, perchè dormi di meno, e poi hai il tempo per sentire tutti i discorsi, più o meno veri,

    sul percorso: "eh, Otto... oggi sarà dura eh?" oppure "80 km il primo anello, 130 il secondo... tutti di mulattiera..." e poi

    "oggi chi arriva in fondo vince!" e così di questo passo.
    Per me che subisco l'ansia da evento e che sono anche un fermo, non è un gran bel sentire.
    Sono nervosissimo.
    Mi vesto e sbaglio l'ordine delle cose da mettermi.
    Mi ricordo all'ultimo minuto di fare benzina.
    Non ho pulito gli occhiali...
    Comunque, tra un saluto ad un amico e diverse classiche pacche sulle spalle, mi accodo ai partenti.
    Faccio un ultimo check: casco, occhiali, broda, guanti, roadbook, trippeballacche, ok c'è tutto.
    Ho caldo. Ho freddo. Ho sete. Ho fame. Devo fare pipì. Non solo. Succhio dal camel-back. Ho nausea. Ci vedo poco. Ho i

    brividi. Mmmmhhh. Forse ho anche male a un dito, non so perché. Lo metto il polase? E se poi mi fa effetto caghetta? Lascio

    perdere. Ormai sono lì. Pronto. Devo partire. Tra 20 minuti. E gli altri partono. Due a due.
    Ho paura. Ce la farò?
    Ho segnato bene il roadbook, evidenziando le deviazioni a destra in verde e quelle a sinistra in rosso, così a colpo d'occhio

    becco subito i bivii.
    Ho evidenziato anche le note a destra, quelle con tutti gli "attenzione" e soprattutto quelle in cui al brief ci hanno detto

    "Qui dategli il gasss, mi raccomando". Oddio, e se non salgo?
    Ma sì che salgo! E' un motorally, mica un'enduro nazionale.
    Io credevo così!!!
    Cinque minuti al via. Scorgo il mio compagno di numero e mi consolo: non lo dà a vedere ma è nervoso come me.
    Stretta di mano di rito. In bocca al lupo!
    Però, azzo azzo azzo, vedo che i tempi che ha segnato sul serbatoio sono diversi dai miei.
    Rifacciamo i conti alla svelta: ha ragione lui. Correggo velocemente (ho sempre un pennarello con me).
    Fiùùù è tutto ok adesso.
    Non posso sbagliare.
    Sono tra gli ultimi: dietro di me due sole coppie.
    Dico la solita, stupida, frase: "Quando mi prendi in speciale, fai un urlo: non passarmi sopra" e la solita risposta è "ma và

    figurati". E così sono trascorsi altri trenta secondi.
    Tocca a me!
    Tabella. Saluti al Commissario. 57, 58, 59, 00 accendo e parto.
    Il mio collega di orario era già partito da 30 secondi. La cosa mi confonde un po', ma so di essere giusto.
    Asfalto e si raggiunge il fetrtucciato.
    Non faccio in tempo ad arrivare che il Commissario mi fa "Quando vuoi...". Io "Quando voglio cosa?".
    Lui, che ha capito che ero nel pallone "Quando vuoi partire....". "Ah, okkei".
    Sono completamente fuori. Mi sistemo in punta di sella per non impennare. Metto la seconda. Il motore sale, sale, saleee,

    via! Parto. Ora sì' che sono in gara.
    E qui, come ogni volta, succede una cosa strana: tutto è chiaro, tutto è limpido, lineare, solare. Dev'essere l'effetto

    dell'adrenalina. Ho violenti impulsi di energia. Mi sento fortissimo. Purtroppo mi manca la tecnica.
    Io odio i fettucciati, disse il puffo endurista.
    Ed è vero.
    Ci sono i solchi e io proprio non li sopporto. E' così che, lo so che sbaglio!, faccio tutte le curve all'esterno dei solchi.

    Sono lentissimo. Ma non cado. Diomanonfiniscepiù! Oollà, fine. E' andata. Scoprirò poi di aver staccato il 140° posto su 180

    partecipanti. Che vergogna. Ma va bene così.
    E ora si naviga.
    Tutto è chiaro, cristallino, come dissero Jack Nicholson e Tom Vruise in un famoso film.
    Mi macino le note.
    Vado bene. Eh sì che vado bene. Per me il motorally non è fatto di trasferimenti e prove speciali: per me è un tuttuno, dalla

    sera prima all'arrivo.
    Non riesco a moderarmi o darcgli di più: tutto uguale, sempre forte. Forte per me ovviamente.
    Nel sottobosco sono veloce. Leggo due-tre note alla volta. Le memorizzo della mia ram. Evvai. Ci dò il gas.
    Vado bene, lo so. Lo so perchè in pochi minuti raggiungo uno. Dai muoviti, perché freni. Ho paura di arrivare tardi ai C.O. E

    allora lo passo. Poi un altro. Un altro. Un altro... Perchè vanno così piano? E si arriva al C.O. in anticipo di 20 minuti.
    Non serviva correre, ma se fossi andato più piano avrei sbagliato qualcosa.
    Non so se mi spiego.
    Poco prima però avevo già asseggiato una discesa con solchi altissimi. Non sarà mica tutta così vero? Sì che sarà così, e lo

    so benissimo...
    C.o. La speciale.
    "Vai pure"
    E per me si ripete il rituale di prima.
    Avevo comunque memorizzato almeno 5 o 6 note. Ero tranquillo: la prima era a 800 metri.
    Però la cosa mi confonde sempre, perché 800 metri nel road-book sono segnati come 0,80. E ancora non mi sono abituato.
    E credo di non essere l'unico, a parte i più esperti ovviamente.
    In fin dei contiè la mia sesta o settima gara dopo 20 anni. Un po' di ebetitudine ci stà.
    Vado bene, davvero bene.
    Sto tirando.
    Adesso ho capito che le regolazioni sulle sospensioni fatre da Giglioli avevano un senso. La moto segue le traiettorie

    impostate. E il motore apre bene.
    Sui dossi lunghi non resisto: impenno in terza e quarta (non si sa mai: potrebbe esserci un fotografo lì dietro).
    Mi sento bene. Note ok.
    Solo un errore, subito corretto con marcia indietro di 20 metri.
    Arrivano i pezzi brutti in salita.
    Salita ripida e scivolosa con sassettini smossi, a sinistra.
    La vedo in lontananza: so che devo andare lì.
    Occhio al trip: sì è lì.
    Mi preparo. Un'ultima occhiata alla nota: non c'è scritto niente di particolare...
    Eccola, arrivo, apri apri apriii!
    Fatta in un lampo. Zero esitazioni.
    Azzo, grande!
    E proseguo. Raggiungo uno e lo passo appena esita a un bivio.
    Ne raggiungo un altro. Come mai? Di solito sono gli altri a passare me...
    E intanto penso: se ne ho passati due, sono già terzultimo e non ultimo. Grande!
    Ero lì per divertirmi, senza pensare a classifiche e posizioni.
    Ma quando ci sei, poche palle, ci dài che ci dài che ci dài.
    Tronchi in mezzo. Cosa ci fanno lì? Apri dai, non mollare, memore degli insegnamenti di Mauro Benedetti "Fango? Apri!

    Tronchi? Apri! Sassi? Apri!
    Per lui era sempre apri.
    Ah ah ah.
    Adesso torna utile.
    Ne passo un altro, e poi ne vedo sbucare un altro da sotto a destra. Da dove viene questo? Sta a vedere che aveva sbagliato e

    torna sù?
    Mi preoccupo. E se ho sbagliato?
    Tra 400 metri lo so: Tra 0,40 c'è un bivio secco a sinistra dice il road-book.
    Eccolo eccoloooo, godoooooo! Giusto! Evvai Otto, grande.
    Al brief avevano detto che allo scollinamento c'era una nota difficile.
    L'avevo stampata a memoria da due ore.
    La sapevo.
    Come quando eri a scuola e speravi che la profa ti chiedesse quello che sapevi.
    E così era.
    Ci speravo.
    Vedevo la cima della collina. Quindi ci siamo. Tra poco c'è la nota bastarda. Quella che farà discutere. Quella che farà

    sbagliare.
    Sono eccitatissimo. Vedo tutto a colori intensi. Non so spiegare. Ero stanco ma non lo sentivo.
    Arriva, arriva! Terza, seconda, terza, quarta (ma sei scemo? Quarta?) rallento, si sale.
    Piano!
    C'è un cartello: controllo road-book. Ho tutto a posto: il controllore mi fa "Bravo, vai!".
    Però sta cosa mi ha un attimo confuso: aspettavo la note tutto trepidante e mi arriva il controllo.
    Non era nei programmi.
    Uhm...
    Rientro in me, tutto ok.
    Sono in cima: la nota bastarda.
    Era tutto chiaro ma adesso non lo è più: c'è un sacco di gente. Due o tre a piedi che guardano, e probabilmente controllano.
    Una moto che apre tutto su a sinistra. Dove va? Ma è scemo?
    Un altro è lì fermo che mi guarda arrivare.
    Cosa guardi?
    Vai, no!
    So dove andare, ma tutta sta confusione mi impone di fermarmi.
    Incredibile: sono preoccupato per il cronometro.
    Pazzesco.
    Sono proprio fuori.
    Calma, calma, leggi la nota Otto, non guardare gli altri, abbasa gli occhi, leggi, leggi, capisci, cazzo, capisci, è di lì,

    giù di lì....
    Se si scollina vuol dire che si va giù. O no?
    Quindi quello che pascolava a sinistra è out, perchè sta salendo.
    C'è scritto che tra venti metri vedrai il sentiero, che adesso non c'è.
    Ma ci sarà.
    Certo che ci sarà!
    Prima, via, è di lì.
    Sono si-cu-ro.
    Fatti 50 metri vedo altre due o tre caschi in lontananza: hanno tutti sbagliato? Improbabile, è giusto.
    E i dubbi svaniscono poco dopo, alla nota successiva.
    Urlo, e poi rido come uno scemo.
    Rido da solo.
    Ogni tanto qualcuno ti chiede: cos'è secondo te la felicità.
    Beh, molti rispondono "il sorriso dei miei figli".
    Io non ho figli, quindi non lo so.
    Non mi interessa avere la macchina bella o un bel conto in banca: avrei scelto un altro mestiere.
    La felicità?
    Certo che so cos'è. Essere al posto giusto al momento giusto.
    Io ero lì, col mio trip che macinva numeri in discesa, e il mio pollice che spingeva in avanti la pergamena cifrata.
    Corrispondevano.
    Ho avuto il tempo di dare un'occhiata al panorama dall'alto: splendido!
    La moto cantava.
    I freni frenavano.
    Io riuscivo a stare in piedi e fare anche un po' il figo.
    Avevo azzeccato la nota.
    Io, il più scarso del circus.
    Sì, sapevo che mi aspettava il brutto. Anche perchè se avevo fatto salite ripide ci sarebbero sate proposte discese...

    ripide.
    Ma perchè rovinarsi masochisticamente quel momento?
    Sì, ero felice.
    Spero che altri, leggendo queste righe, possano condividere l'istante.
    Brevissimo.
    Ma molto intenso.
    Ecco cos'è la felicità....

    ora vado a cena.
    continua....
     
    Top
    .
  3. teamoverforty-8
     
    .

    User deleted


    REPORTINO ULTIMA PARTE

    Ma tutte le cose belle durano poco. Altrimenti non sarebbero tali.
    Se le salite e le discese bruttine che avevo affrontato in precedenza non avevano alcuna annotazione in particolare nel road-book, come sarebbero state quelle segnate con “attenzione”, “discesa ripida, sassi…”?
    E infatti, dopo un po’ di passaggi nel bosco, arriva il brutto.
    La nota “passaggio stretto” è lì, la vedo davanti a me. Ci sono due fermi lì in piedi che mi guardano. Lo so che sono dell’organizzazione. E se sono lì è perché servono.
    Servono a cosa? A dare una mano in caso di bisogno.
    Ma io non ho problemi, me la cavo bene. Scendo piano e, no nooo non frenare col davanti, idiota, nooo!
    Buùm. Giù in terra.
    Mi rialzo con iun balzo. La ruota davanti è giù nel fosso. Non so se riesco a tirarla su.
    Ma ecco la mano provvidenziale.
    In un secondo la moto è sul sentiero.
    “Grazie, grazie ragazzi!” e riparto.
    Mi giro indietro diverse volte: non voglio essere di intralcio alle manette che arrivano.
    Ma non arriva nessuno, e quindi vado tranquillo.
    Ma da quel momento il ritmo è calato. Tutta la sicurezza che avevo nelle prima parte della Speciale ora è svanita. Mentre prima godevo, ora non vedevo l’ora che finisse.
    Ma mancano ancora dei chilometri.
    Eh sì sì sì.
    Adesso arriva il brutto.
    Lo sapevo. Lo immaginavo.
    Eccolo lì che mi aspetta: un tratto di diversi chilometri (almeno mi sembravano tali) tutti in discesa.
    Ripida.
    Con i solchi.
    I dossoni.
    Ripidi.
    Con la ghiaia che non tiene una cippa.
    Tutti lì ad aspettare me.
    Il panorama si apre: si esce allo soperto. Ampi spazi a destra e sinistra.
    La prossima nota è tra parecchie centinaia di metri. Ma il brutto è lì.
    Mi guardo intorno: ma non esiste un sentierino parallelo?
    Forse c’era ma sono troppo impegnato per vederlo.
    Giù per i canali.
    Freni bloccati.
    Sono nel panico.
    Mi incazzo: andavo così bene prima… e adesso spreco tutto qui.
    Non vado avanti, sono lentissimo.
    Mi passano in due.
    Ma non sono dei fulmini di guerra: vanno giù normali. Forse il fatto di essere assieme infonde sicurezza in più.
    Allora faccio di tutto per accodarmi, e ce la faccio abbastanza. Su due chilometri mi danno cento metri.
    So che manca poco alla fine. Alla fine dell’incubo.
    Ma quanto scende ancora?
    Penso a Giò Yellow che ho sempre visto velocissimo in discesa. Ma lui oggi non c’è. Tiè. Ah ah ah.
    E penso anche alle BMW che ho visto in partenza. Ma come fanno a scendere di qui? Ma che manici sono.
    E intanto giù, tra le buche e i canali, bum, bum, bum, bum…
    Il tempo passa, inesorabile. Ma ecco la nota con la bandierina a scacchi.
    Eccola, la fine della speciale. Ho ancora lo stupido coraggio di aprire negli ultimi duecento metri in piano. Evvai. Finita. Fiùùù. Mamma mia, ma è tutta così la gara?
    Mi fermo cinquanta metri dopo la fine. Mi raggiunge uno, con la faccia sconvolta “Ce l’abbiamo fatta, eh?” “Mmmminkia, che robbbba!”.
    Azzera trip, si riparte.Adesso sono stanco, ma magari poi diventa facile.
    Magari!
    Intanto penso al tempo altissimo che avrò segnato in Speciale e a tutti gli sfottò che mi toccherà subire all’arrivo, del tipo “eh, Otto, se era un giro ad anello ti doppiavano” oppure “Peccato che non ci fosse la retromarcia, eh?”. Lo so già. Ma fa parte del gioco.
    Di sicuro avrò staccato un tempo più alto dei cinquantini. Che vergogna. A volte mi piacerebbe correre in Nuova Zelanda: almeno lì non mi conosce nessuno, e posso arrivare ultimo senza nessuno che mi sentire una cacca.
    E invece sono qui, tra i monti di Pioraco, già stanco e con ancora molta strada da fare.
    Avessi saputo subito quello che invece era successo…. Il destino della mia gara sarebbe stato diverso!
    Eh sì, perché ero convinto di aver preso dei distacchi immensi da tutti gli altri. Non dai primi: non mi interessano. Ma da quelli con cui vado in giro di solito o che incontro ai rally. Distacchi imbarazzanti.
    E invece (ma l’ho saputo molto dopo) non era così. Infatti non sapevo che su 162 partenti alla Speciale, io ero arrivato 96°.
    Come 96°? Non ero ultimo o penultimo? E’ vero che ne avevo passati un po’, ma non mi sarei mai aspettato di essere così avanti!
    Se l’avessi saputo in quel momento… ero molto avvilito di come ero stato fermo in discesa. Ma non sapevo che, invece, il fatto di non aver mai sbagliato mi aveva fatto scalare posti in classifica.
    Comunque si procede e non c’è un attimo di respiro, se non in quei pochi tratti di asfalto che stavolta vedevo come un’ancora di salvezza: qui finalmente si respira un attimo.
    Procedo tra sentieri, salite, discese, fossi, di tutto. C’era di tutto. Mi chiedo: ma è un motorally questo o un’enduro mondiale? Sono pazzi! Però il fisico regge, e allora si va.
    Sono preoccupato per il tempo: i minuti passano, e di cgilometrio se ne fanno poch.
    Assistenza a 35 km dice la pergamena: ho un’ora. Ce la farò?
    Al brief avevano detto “Abbiamo aggiunto 20 minuti all’assistenza, quindi, se arrivate 20 minuti prima al C.O. siete al pelo: avete fatto solo il vostro dovere…” Un monito bastardissimo quello: da bastardi dentro, fuori, e per osmosi.
    Su, giù, sassi, bosco, sentieri… Percorso meraviglioso, da vero fuoristrada, ma comincio ad essere stanco. E l’assistenza dov’è? Guardo giù e mi sembra di vedere il paese. Bene, eccoci.
    E invece no, ancora su e giù.
    Non mi passa più.
    Prima stavo quasi sempre in piedi. Ora ho i crampi alle gambe. Tutte e due. Non riesco. Sono bloccato. Guido come un deficiente. Mi fermo diverse volte. Il tempo passa. Dai Otto non mollare adesso! Poi, a una curva, raggiungo uno mentre prende un volo pazzesco.
    Mi fermo, lo aiuto, gli tiro su la moto. Non è in sé. Gli chiedo “Ce la fai?” “ Sì, sì, tutto okey”, però non sembrava.
    Lo faccio passare, così, se si schianta ancora, lo aiuto.
    Un altro per terra: era caduto in avanti. Ma come ha fatto? Mamma mia. Lo vedo male. Però, aiutandolo, si tira su e riparte.
    Non voglio fare la sua fine però. Rallento, sto attento, ma i crampi continuano. Sto seduto per allentare la tensione dei muscoli delle gambe; e mi prendo un paio di schienate non da poco.
    Non mollare, non mollare!
    E poi, la svolta della gara. Della mia gara.
    Raggiungo un BMW nel sottobosco, l’unico posto in cui mi sento di aprire e riguadagnare il tempo perso.
    Subito dopo però c’è la nota che temevo: sasso in discesa e curve strette.
    Ma porco cane: ma era proprio obbligatorio metterle?
    Arrivo al sasso. Normalmente li supero bene, in discesa.
    Ma qui non ce la faccio più. Le gambe mi fanno male e non ho più la concentrazione.
    Faccio quello che non si dovrebbe mai fare: scendo dalla moto e faccio quei cinquanta metri a piedi, frenando la moto in discesa.
    E’ la disfatta, la mia disfatta.
    Mi giro e chiedo al BMW “Ce la fai?’” e lui “Tranquillo, tranquillo”.
    Vado avanti. Mi giro. Lui, con tutto quel poipò di kmoto, aveva superaro l’ostacolo perfettamente.
    Mi sento uno sfigato, un imbecille.
    Vado avanti ma la sconfitta morale mi pesa come un macigno.
    Bello l’ultimo tratto in mezzo al prato, sullo stesso sentiero che avevamo percorso all’inizio.
    Però, nuovo microdramma per me: metto in riserva. Ma come? 80 chilometri e sono in riserva? E se non arrivo all’assistenza? Ma porco cane, ci mancava anche questa.
    Procedo in quinta col motore al minimo. Non vedo il paese. Rimarrò a piedi lo so. Ma no, è impossibile: e gli altri allora? E le Aprilia come hanno fatto? Boh!
    Vado avanti e poi, finalmente, il paese.
    Entro in assistenza.
    Guardo i tempi sul serbatoio.
    Ho quattro minuti, altro che venti!
    Ho il tempo per fare benzina e ripartire: non ho fame, non ho sete. Al limite rabbocco il camel, ma è tutto ok.
    Tranne che i crampi, che ora però stanno calando.
    Vedo Giglioli e Signora “Dai Otto, hai quattro minuti!”
    Ma io ormai ho deciso. A malincuore e con grande sofferenza. “No, mi fermo, basta”
    “Ma dai, ce la fai!”
    “No, no” dico io “ho i crampi e poi ne ho visti un paio scapuzzati in avanti… mi ha preso male… mi fermo”
    Decisione importante: il cuore mi dice continua. Il cervello mi dice fermati. Restano ancora 120 chilometri impestati come i primi 80. Non credo una parola degli organizzatori quando dicevano “Nel secondo anello vi facciamo respirare un po’…”.
    E infatti so che non era così.
    E quindi decido per lo stop.
    Ero convinto di aver fatto tempi imbarazzanti per tutti; non volevo neanche che l’Old Farm facesse brutta figura a causa mia. E quindi, ok, mi fermo.
    Avrei ancora due minuti per il C.O. Che faccio?
    Un minuto, il C.O. è lì a venti metri.
    Vado? Non vado?
    Fisso l’orologio. 12:39…. 12:40 ok basta, il minuto è passato, mi fermo.
    Scendo dalla moto, molto triste. Ho perso. Ho perso la sfida. Sono a piedi. Non perché sono caduto (avrebbe avuto un altro sapore) o per guasto meccanico.
    Sono fermo perché io, autonomamente, ho deciso di fermarmi.
    All’assistenza mi offrono da mangiare e da bere.
    Quasi non oso toccare nulla. Ero fuori dalla gara. Ero fuori da tutto. Ero stanco, sì, ma forse ce l’avrei fatta. Non ho fame, solo un po’ sete. Non sento nulla. Non mi cambio neanche, quasi che il rimanere vestiti potesse in qualche modo riagganciarmi alla gara.
    I minuti passano. Mille pensieri in testa. La ragione mi dice che ho fatto bene a fermarmi. Avevo ancora un po’ di crampi. Ma forse sarebbero passati.
    Intanto arrivavano altri piloti. Erano certamente in ritardo sulla tabella di marcia, in quanto io ero il terzultimo a partire ed ero già out.
    Eppure alcuni ripartivano.
    E ne venivano altri… ma quanti ne avevo dietro? Possibile? Sono un po’ confuso. Anzi sono fuori di me. Non capisco bene come stanno le cose.
    Vado a vedere in bacheca: vedo i tempi del fettucciato: ho fatto ovviamente schifo, ma sono ansioso di vedere la Linea.
    Intanto vago un po’ per il paddock, mi siedo, mi alzo, cammino, non so neanch’io cosa fare.
    Vado dai Commissari consegno la tabella di marcia.
    Ora sì che sono fuori ufficialmente.
    Ora sì che mi sento un estraneo, uno spettatore.
    Ora sì che mi sento inutile.
    Arriva un BMW. Arriva e riparte. Lui è ancora in gara.
    Lui ha più palle di me: non ci sono storie, non ci sono scuse.
    Ero felice in cima al colle. Felice al 100%.
    Ora sono a terra. Anzi sotto.
    Mi sento inutile. Sono tristissimo. Però mi autoconvinco che ho fatto bene.
    E adesso che scrivo, a due giorni dalla gara, sono ancora più convinto: avrei rischiato di farmi male, ho fatto bene.
    Forse.
    Forse ce l’avrei fatta.

    Adesso a mente lucida, sto pensando che faccio i motorally per hobby, e anche per giustificare ogni anno che ho preso la licenza: è un modo come un altro per essere "vivi", nel senso di poter frequentare l'ambiente, il motoclub, gli eventi, ecc... da "protagonista attivo", nel puro senso di partecipante.
    Io disputo il MIO campionato. Un campionato fatto di gare, qualche cavalcata, cene, forum, ecc... Un campionato che mi dà dei punti ogni cosa che faccio e che non me ne toglie nemmeno uno.
    Un campionato che, incidentalmente, coincide con le gare del motorally che mi vedono impegnato, con tutte le mie forze, più psichiche che fisiche, ogni volta.
    Ma il mio campionato và avanti sempre, anche se mi ritiro, o se decido di non partecipare per protesta.
    Il mio campionato è fatto di tante soddisfazioni e, certo, di qualche amarezza: ieri mi sono ritirato a metà perchè avevo capito che non ero in condizioni di finire senza rischi. Ovvio, avrei preferito farla tutta, ma non ero proprio in condizioni. Forse la prossima sì, se mi alleno e mi preparo un po'.
    Comunque, sono più contento di aver fatto metà Pioraco piuttosto che tutto Montepulciano. Vuoi mettere la soddisfazione?

    Al paddock a fine gara ho rivisto molti dei partenti e mi sono congratulato con loro per la prestazione: cioè per aver portato a termine la gara.
    Quella gara!
    Ma non solo il BMW. Tutti bravi. Tutti.
    Anche se c'è chi mi ha detto "Hai fatto un buon tempo in Speciale perché andavi piano e quindi hai azzeccato le note" non mi interessa. La gara non dura venti minuti, ma due giorni: dal briefing alla consegna della tabella di marcia. Io tiro al massimo delle mie possibilità. Anzi, per assurdo, mi prendo molti più rischi io, impiegando 40 minuti, che il primo, Ceci o Graziani che siano, che ne impiegano meno di 30. Ho le stesse note degli altri, ma non lo stesso allenamento e la stessa tecnica. Per cui, per me, andare in terza piena in un sottobosco equivale alla quarta dei campioni.
    E poi, non sono campioni mica per niente: sono bravi, e quanto sono bravi! E non sbagliano. Gran manette e gran cervello.
    Poi c'è qualcuno che dice che provano il percorso prima, che conoscono le speciali... Io non lo so questo, ma non potrebbe fregarmene di meno. Io faccio il mio percorso e, anzi, se vedo uno davanti a me e non sono assillato dal cronometro, gli lascio un po' di spazio per seguire le mie note e fare la mia gara.
    Altrimenti non farei i motorally ma altro.
    Intanto la nota dello scollinamento io l'ho beccata giusta. Molti altri no. Altre volte ho sbagliato io. Qui invece l'ho azzeccata.
    Ma il fatto di essere lenti o veloci non c'entra nulla: era una nota in cui praticamente si partiva da fermi: lì la manetta non c'entra una cippa.
    Non scrivo questo per far polemica ma tutte le volte non capisco perché uno non debba ammettere i propri errori.
    Il mio errore, forse, è stato quello di fermarmi.
    Forse invece ho fatto bene.
    Però, ah ah ah, lo scollinamento l'ho fatto giusto. Tiè :-)
    Al traguardo hanno dato 15 minuti di penalità a chi non aveva il road-book a posto, con le note giuste in vista.
    Ovviamente ci sono state polemiche, nelle quali non ho né la voglia né la conoscenza sufficiente per addentrarmi.
    Io il road-book l'avevo a posto.
    Come pure avevo visto la nota bastardissima a Pontedera, occasione in cui erano stati squalificati in tantissimi (ma non i più forti in assoluto).

    Comunque, allo scollinamento, nota o non nota, sentiero o non sentiero, trenta secondi di felicità: quelli non me li toglierà nessuno.

    La prossima è in Piemonte. Dicono che siano due giorni come Pioraco. mi sembra strano, perchè conosco un po' i posti e non mi sembra di aver visto chilometri e chilometri di mulattiere. però... tutto può essere.
    Penso di iscrivermi e di finirle tutte e due.
    Comunque c'è più di un mese di attesa.
    Intanto domenica vado alla Cronoscalata di Bardonecchia: lì non ci sono note, devi dargli il gas e basta :-)

     
    Top
    .
  4. Nicola_Kesta
     
    .

    User deleted


    Grandissimo OTTO!!!
    Bellissimo report....sembrava di stare in moto con te....seduto dietro!!

    Aimè quest'anno niente gare in moto.....ho un'altra gara da disputare tutti i giorni....è partita il 1° febbraio quando è nata Alice, tutta un'altra gara!!!

    Mi mancano però tutte quelle sensazioni che hai descritto così bene...in cui mi rispecchio!!!

    Solo tu sai se hai fatto bene o no a fermarti....ma il dubbio ti rimarrà sempre!!!

    Spero di poter venire all'ultima di campionato....così finalmente potrò togliermi la voglia di giocare con il cronometro!!!

    Un abbraccio, a presto Nicola



     
    Top
    .
  5. Skydesert
     
    .

    User deleted


    Caro Otto,
    Hai idea di quale significato possano avere per me le tue parole, il tuo coraggio, la tua voglia di sfida contro te stesso? Per uno che come me ha appena portato a casa un k 400 exc e che vuole intraprendere la tua stessa strada, arrivare a partecipare ai motorally, sai quanto è importante leggere quelle righe?....Ho proprio bisogno di queste impressioni e commenti che vanno al di là di ciò che è "gara".
    Anche per le prossime informami allo stesso modo. In piemonte magari mi spigherai qualcosa sul r.b. e sul trip master, i C.O., i commissari, i controlli, ecc.....
    Grazie ancora.
     
    Top
    .
  6. teamoverforty-8
     
    .

    User deleted



    Grazie!!!
    Per Skydesert, io sono un novellino nell'ambiente, ma ormai ho capito, credo, il 70-80% di ciò che serve.
    Per le note, in particolare, al di là della bravura o dell'intuito, secondo me un pizzico di culo e anche di spirito d'osservazione servono sempre.
    Il culo è il trovarsi, per esempio, accodati a uno che becca la nota giusta senza esitazione proprio nel momento in cui, in quella specifica occasione, tu l'avevi persa.
    Lo spirito d'osservazione, invece, è qualcosa che, non ho ancora capito, si acquisisce con l'esperienza o è innata in te (parlo di motorally, cioè non in senso generale).
    Specialmente in Speciale abbiamo tutti voglia di dare il gas.
    E' uno dei motivi per cui siamo lì: ok la gita, ok la grigliata, ok il road-book, ma l'adrenalina vera, secondo me, lo dà il cronometro.
    Anche se vai piano o hai deciso di goderti il panorama..., il fatto stesso che ci siano i minuti e i secondi che vanno avanti ti trasforma e ribalta completamente la situazione: se trovi un pezzo facile... ci apri tutto. Ma tutto tutto. O quasi. E se per caso raggiungi uno e lo passi in Speciale, non contiamoci palle: ci godi, altroché.
    Almeno, per me è così.
    E' una gara, non è una gita scolastica.
    Quindi questo fatto comporta un certo nervosismo, che lo vogliamo ammettere oppure no.
    Prova di ciò è il fatto che in Speciale si commettono più errori che in trasferimento: lì puoi fermarti due secondi e decidere. Col cronometro non riesci sempre a dominare la giusta foga che ti spinge ad andare.
    Quindi bisogna dominarsi e stare calmi e cercare di cogliere ogni spunto, ogni sfumatura.
    La nota dello scollinamento, per fare un esempio, era da prenderee con molta calma e decidere, nel più breve tempo possibile, il da farsi.
    Ci si dimentica sempre, però, che star fermi dieci secondi non comprometterà mai una prova da 40 minuti...
    Si devono cogliere i segnali.
    Io non voglio fare lezione a nessuno, ma so che tutte in le note difficili che ho preso nei rally che ho fatto mi sono dato da fare per cogliere quel "qualcosa" che, guardando solo ed esclusivamente il road-book, non c'era.
    Per esempio: scollinare significa che, dopo la salita, si scende.
    Ora, se si possono avere dei dubbi su un bivio destra-sinistra o su un segno per terra, meno dubbi dovrebbero esserci sul fatto che il sentiero che sale ripido è... sbagliato.
    Quindi prendi in esame, se riesci, le varie possibilità di discesa, morbida o ripida che sia.
    Lì dovevano esserci questi elementi, tutti assieme:
    - scollinamento
    - discesa
    - pietra
    - sentiero non visibile ma visibile 30 metri dopo
    - mi sembra anche un sinistra-destra, non ricordo bene

    Se ti fermi a pensare un secondo, anche con la foga del cronometro, le possibilità di direzioni da prendere si riducono drasticamente da 6-7 a 1 forse 2.

    E poi vale anche l'occhiata in giro: cerchi di cogliere dei segnali esterni.
    Esempio: se vedo uno (commissario o sbandieratore o passante) che sta vicino al bivio, io cerco di vedere come è messo col busto, con le gambe, coi piedi, con la testa.
    Difficilmente (ma sono solo ipotesi) sta di fronte a te con il sentiero alle sue spalle, perchè quella sarebbe una posizione di "porta sbarrata" anche se lui sta sul bordo.
    E' più prbabile che uno si metta, più o meno, parallelo alla direzione di marcia e non in opposizione.
    Questo secondo me vale in particolare per i non addetti ai lavori, cioè per il pubblico e non per quelli preposti al percorso, i quali sono stati istruiti a non dare alcuna indicazione/aiuto ai piloti.

    Io non dico che ci azzecco sempre, però ho notato che sbaglio più frequentemente le nopte "facili", come le rotonde su asfalto.

    A volte sbaglio, o rischio di sbagliare le note che io chiamo "con doppia possibilità".
    Cioè, immaginando che arrivi sulla nota dopoi aver percorso 500 metri, è probabile che, per varie ragioni, il tuo trip segni 490 metri o 510. Se in quel punto c'è una deviazione secca a sinistra, e ci sono due sentieri che salgono, a distanza di 15-20 metri l'uno, ti può venire il dubbio.
    Ecco, io ho notato che sbaglioper foga questo tipo di note perché tendo a prendere il primo sentiero che vedo e non lascio invece che il trip mi guidi esattamente su quello giusto.
    Probabilmente perchè spesso tocco il trip (forse troppo) per aggiustarlo esattamente al metro e, di conseguenza, non mi fido del tutto dell'informazione che ricevo da lui.

    Invece lo "scarto" potrebbe essere dovuto a uno sbaglio nel road-book che, anche se tracciato con diligenza e controllato più volte, potrebbe avere uno o più errori. errori veniali di 10 metri al massimo.

    Detto questo, è un bel casino, ma bellissimo

    :lol: :lol: :lol:


     
    Top
    .
  7. Skydesert
     
    .

    User deleted


    E' bellissimo, è incasinatissimo!!!
    Possiamo cominciare dall'inizio?
    Ieri sono passato da Ceriano laghetto e ho chiesto al presidente del motoclub, che stava innaffiando il circuito, quanto costava iscriversi al motoclub e quanto costava tesserarsi.
    Con fare scocciato mi dice 40 € al club e 50 € alla FMI...."Ma non ti conviene neh, tanto a dicembre scade e poi a gennaio devi rinnovare tutto".
    Va beh, mi vuoi o no nel tuo motoclub? O pensi che sia uno dei tanti che vuole smanettare senza cervello in giro per il tuo circuito?
    Va beh, me ne vado anche perchè mi ha già bagnato i piedi e un pò anche i pantaloni.
    Chiederò a Bellinzago.
    Da dove si inizia, Otto?
    Ho in garage il mezzo e vorrei fare le prime prove di sterrato al più presto, ma in regola.
    Grazie anticipate.
     
    Top
    .
  8. teamoverforty-8
     
    .

    User deleted



    Allora, un passo indietro, con un po' di domande:
    - quanti anni hai?
    - che moto hai?
    - che esperienze di fuoristrada hai?

    Cominciamo con queste tre e poi vediamo, con calma, il percorso migliore da seguire

    :)

     
    Top
    .
  9. Skydesert
     
    .

    User deleted


    36, Ktm 400 exc, zero.
     
    Top
    .
  10. teamoverforty-8
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Skydesert @ 22/7/2006, 15:24)
    36, Ktm 400 exc, zero.



    36: no problem
    400 exc: ottimo
    zero: ahia, allora è meglio andare con calma...

    ... non pensare subito ai motorally che, anche se leggermente più facili delle gare enduro (ma non sempre), sono sempre delle competizioni.
    E nelle gare, poche balle, si tira e si tiene il gas aperto.
    Quindi, prima di gareggiare, bisogna saper andare, e imparare sia le tecnica che qualche trucco del mestiere.

    La cosa che ti consiglio da subito è quella di trovare qualcuno a cui aggregarti per un paio di giri facili.
    Fidati solo di chi conosci: spesso ci si imbatte in gruppi che ti promettono percorsi semplici e poi invece ti fanno morire.

    L'alternativa sarebbe una scuola, anche se spesso danno per scontato che uno abbia un minimo di esperienza.

    Bisogna andare per gradi, assolutamente!

    Un giro facile è un giro:
    - breve
    - con molte pause
    - senza mulattiere impestate
    - senza discese brivido
    - senza punti hard
    - con pendenze, ma facilmente superabili

    In che zona stai?
    In base a questo posso "raccomandarti" al gruppo giusto

    ciao

     
    Top
    .
  11. Skydesert
     
    .

    User deleted


    Subito grazie per il tempo dedicato a rispondermi.
    Pensavo di iniziare con un piccolo fettucciato che si trova qui a Tradate (io sono vicino a Legnano, MI). Prima devo chiedere al Motoclub di Abbiate Guazzone, anche perchè comunque mi devo iscrivere a un motoclub e alla FIM.
    Un pò di fettucciato tra agosto e settembre, poi quando mi sentirò più padrone del mezzo, magari una prima uscita facile facile e iniziare a girare nel circuito di Bellinzago Novarese e a Ceriano Laghetto, magari da ottobre. Magari, se tutto va bene, a ottobre/novembre seguirò un corso di enduro, magari con Oscar Polli o Fabio Fasola. Come dici te, voglio veramente andarci piano e tra un anno inizierò con qualche gara.
    Vedremo. Certo che dopo aver letto il racconto della tua uscita a Bardonecchia.......un pò di paura ce l'ho......Soprattutto perchè dopo che sei caduto i due subito dopo di te sono passati senza fermarsi.....E' demoralizzante una cosa del genere!!
    Ma tu sai meglio di me che l'istinto non lo puoi frenare, quindi seguo il mio istinto di iniziare la più grande avventura della mia vita.
    In questi giorni acquisterò l'attrezzatura personale: per gli stivali pensavo alla marca SIDI, per la pettorina SINISALO o SIXSIXONE, completa di cintura lombare e salvaschiena, mentre pantaloni, guanti e maglietta una marca qualsiasi, economica.
    Non saprei per il casco...Penso che ne prenderò uno dal peso di 1, max 1,2 Kg., di qualità.
    Il dubbio che ho è sugli occhiali, perchè non so che tipo di lenti scegliere: scure, chiare, a specchio..non saprei. Penso che andrò da Lovato.
    Intanto inizio a smontare la moto pezzo per pezzo per conoscerla bene, caricare la batteria, pulire il filtro dell'aria...insomma vedere cosa c'è sotto la sella. Penserò anche a una piccola officina attrezzi.
    Ho bisogno ancora dei tuoi consigli Otto! Sabato pomeriggio vado a vedere la gara che organizza rallyquad.it a Solbiate Arno, sono in 100 e ci sono anche le moto da enduro. Vado a imparare.
    Se non hai niente in programma ci troviamo lì?
    Ciao.
     
    Top
    .
  12. Skydesert
     
    .

    User deleted


    Ciao Otto,
    Se non sei ancora partito per le vacanze rispondi al mio ultimo messaggio?
    Grazie.
     
    Top
    .
  13. Dalfy
     
    .

    User deleted


    ... Mamma mia, quanti bei ricordi di quell gara :rolleyes: ...

    image

    image

    image

    Bravo Otto, bel report (che non avevo mai letto) ...

    Il mio, ovviamente parametrato alla moto che guidavo, lo scrissi qui':

    http://www.mototouronoffroad.it/motorally/...iodalfiume.php3

    Lo chiamai "La morte lenta", e non credo che ci sia bisogno di spiegare il perche' :woot: ...

    :o: ...

    La morte lenta...

    Quinto appuntamento dellla stagione 2006 dell' Italiano Motorally a Pioraco, in provincia di Macerata...

    La zona e' piena di storie mitiche sui mostri sacri del fuoristrada, perche' su queste mulattiere si sono svolte gare veramente importanti, partendo dalla Sei Giorni di Camerino del 1974 fino al Mondiale di Enduro di Matelica del 2004...

    Qui' le corse, dai regionali marchigiani al mondiale di Enduro, hanno sempre avuto la stessa connotazione: sangue, sudore e lacrime...

    Ed e' con questo pesante fardello psicologico che arrivo, nella serata di venerdi', nella zona dei campi sportivi destinati al nostro paddock...

    Non ho visto dolci declivi o verdi colline arrivando in camper, ma montagne a strapiombo di rocce e sassi...

    Ed il breafing del sabato sera non promette nulla di buono, anzi...

    Perche sul roadbook, contrariamente al solito, non sono segnati ed evidenziati i tratti particolarmente impegnativi...

    Ed il motivo e' semplicissimo...

    TUTTA la gara e' impegnativa, dal primo al duecentododicesimo chilometro...

    E Giulio Fantoni, durante il breafing, trova perfettamente le parole per renderci chiare le idee: "per fare risultato domani bisognera' finire la gara, dosando le energie fisiche e mentali, perche' la gara sara' lunga e difficile, non scordatevelo mai..."

    "Sara' una morte lenta..."

    A questo quadretto aggiungo il fatto che siamo in 4 (su 200) a partire con moto "impossibili" per questi posti ed il cerchio e' chiuso...

    Un piatto di pasta ed un bicchiere di vino sabato sera prima di ritirarci nei nostri mezzi a preparare il roadbook non stemperano in noi le preoccupazioni...

    A mezzanotte, complice anche un rumoroso concerto in piazza in nostro onore, siamo ancora tutti svegli, e quando alle sei e cinquanta del mattino la sveglia ci toglie dal letto non possiamo certo dire di aver riposato alla grande...

    Alle 9 e 12 parte per me (ed i miei compagni di classe) una delle gare piu' toste e difficili in cui io abbia mai preso parte...

    Sin da subito ci si rende conto che otto ore di questi sentieri saranno veramente devastanti, perche' oltre alle difficolta' del terreno non arriva mai un tratto dove poter recuperare...

    L' asfalto non esiste (alla fine saranno non piu' di 3/4 km) le salite di scaglie smosse nei canali e le relative discese sono molto faticose, e da subito mi accorgo che le medie sono bassissime...

    Il tempo scorre ma non si fa strada...

    E si fatica di brutto, con gambe e braccia...

    In alcuni tratti mi chiedo se chi ha tracciato il percorso abbia minimamente pensato a noi della 1000, visto che stiamo facendo trialere sia a salire ed a scendere...

    E' da un po' che faccio fuoristrada, con tutti i tipi di mezzi, ma posti del genere, anche con moto piu' semplici della mia, non li ho mai visti...

    E vedo negli occhi dei piloti che corrono con moto che pesano 80 kg meno della mia BMW la stessa incredulita', la stessa fatica...

    Ben presto la gara, per me, non e' piu' divisa per settori, dove tirare e dove rifiatare, ma e' diventata un unico, interminabile controllo tirato...

    Una lotta dove la natura aspra e bellissima mi consuma inesorabilmente...

    Una caduta un metro sotto al sentiero di marcia mi prosciuga fisicamente nel tentativo di riportare la moto dove doveva stare e sono costretto a fermarmi, prendere fiato ed a nutrirmi incurante del cronometro per non cedere definitivamente...

    Arrivo all' assistenza demolito ed in ritardo di piu' di 20 minuti, faccio velocemente benzina, mi infilo nella giacca 2 litri di Polase ed una banana e timbro...

    Poi monto la seconda parte del roadbook, vado verso il secondo fettucciato che percorro per finirlo, riempio il Camelbak, trangugio la banana e proseguo...

    Al sabato Giulio, drogando la nostra autostima, aveva mentito con un "dopo i primi 80 km, fatta l' assistenza, la gara si aprira' ed il peggio ormai sara' alle vostre spalle"...

    Era una bugia clamorosa, ma e' stata la molla che, nonostate la stanchezza e le difficolta', mi ha tenuto in vita...

    Perche' solo l'orgoglio ed il desiderio irrazionale di non mollare non mi hanno fatto soccombere...

    Anche se poi hanno aperto nella mia testa una ferita incurabile...

    Faccio un patto col diavolo, dettandogli le mie regole...

    E cioe' che non avrei mai mollato, ma che se mai fossi riuscito a terminare questo calvario sarabbe stato l'ultimo della mia carriera...

    Ed ho cominciato a pensare a quanto tempo avevo dedicato a questo bellissimo sport, a quante volte avevo pianificato come "uscire di scena", dove, perche'...

    Ad un tratto tutto era chiarissimo, lampante...

    E cioe' che doveva essere questa l'ultima gara della mia "carriera" agonistica...

    Non poteva esserci epilogo migliore, in assoluto...

    Ho quasi pianto nel casco, ma mi stavo togliendo un peso, mentre continuavo a tribolare, avanzando lentamente in questo mare di pietre, come un automa...

    Il tempo continuava inesorabile a scorrere ma ormai il mio unico scopo era proseguire, metro dopo metro, per chiudere il cerchio...

    Dopo quasi otto ore e trenta, con praticamente un' ora oltre il tempo imposto, riuscivo finalmente ad arrivare alla fine...

    Non dimentichero' mai gli occhi degli amici che hanno diviso con me questi anni di gare in giro per l'Italia a srotolare note quando mi hanno visto arrivare...

    Ed io ero contento di non averli delusi, e di aver dimostrato loro, che con volonta' e sacrificio, tutto e' possibile...

    Persino fare un italiano di Enduro, con una grossa bicilindrica, credendo di fare una gara di motorally...

    Ad oggi sono ormai mentalmente un ex pilota, sono terzo nella mia classe, ho venduto la mia casa con le ruote e non ho piu' voglia di soffrire cosi', per cui...

    Ma il 9 ed il 10 di settembre saro' a Paesana (Cuneo) per raccontarvi la gara (ma senza farla) e come si vive da ex, all' alba dei 46 anni...

    Per il momento buone vacanze a tutti...

    Con affetto, Dalfy.
     
    Top
    .
  14. teamoverforty-8
     
    .

    User deleted


    ciao Dalfy,
    ho letto per caso questo tuo report, bellissimo, della tua ultima gara agonistica

    ho ripassato con la mente tutti i momenti di quella giornata: invidio da morire la tua forza di volontà nell'aver voluto portare a termine quella gara, bravo!!!

    è passato un paio d'anni, adesso voglio tornare a correre anche se ne ho 51 suonati; intanto faccio qualche uscita per ritornare un po' nel giro e riabituarmi, però accidenti vedo che sono fermo e non ho più la grinta di una volta

    forse è solo mancanza di allenamento, speriamo :)

    ma ho voglia di rivivere l'atmosfera dei rally, sperando che non siano di nuovo tutti come Pioraco

    spero di rivederti da qualche parte, ciao!
     
    Top
    .
13 replies since 17/7/2006, 19:44   363 views
  Share  
.